Tempo di bilanci in Regione.
Ecco quindi che il Presidente Cota si trova a dover affrontare il rendiconto del suo primo anno alla guida della Regione e a dar conto dell’andamento finanziario delle casse piemontesi.
Il tutto è avvenuto senza far troppo rumore, come i politici sono abituati ad operare quando si parla di conti: con i proclami e le dichiarazioni si può sempre ritrattare ma quando ci sono delle cifre difficilmente si possono smentire, soprattutto se a darle sono stati gli stessi politici che in precedenza avevano paventato una fiorente amministrazione.
Senza girarci troppo intorno ecco i numeri del rendiconto generale della Regione: le entrate ammontano a 15,323 miliardi di euro, le uscite 15,4 miliardi, il fondo cassa della Regione risulta praticamente dimezzato (da 157 milioni di euro all’inizio del 2010 a 80 milioni di euro), i residui (cifre precedenti non ancora riscosse) attivi sono di 4,67 miliardi e quelli passivi di 5,36 miliardi. Morale della favola: un passivo di 615 milioni di Euro.
E’ a questo punto che solitamente i politici attaccano con la cantilena da loro resa famosa e portata in tour in tutti i salotti televisivi italiani: il ritornello conosciuto come “è colpa del precedente governo.” Questa hit parade era già stata eseguita da Cota in maniera eccelsa quando lo scorso Aprile aveva accusato l’ex presidente Bresso di un fantomatico “buco” di 2 miliardi nelle casse regionali.
Nonostante il motivetto si può verificare con i dati della tesoreria della Regione che nel biennio 2008-2009 ci fu un avanzo positivo di quasi venti milioni di euro, portando il fondo cassa da 138 milioni ai 157 di fine 2009.
E il fantomatico buco di 2 miliardi? Tutto quello che si può verificare nei dati è che i residui passivi del 2009, stimati in 4.957.900 mila euro sono poi risultati essere 4.884.188 mila. Allora è vero che la giunta Bresso aveva sbagliato i conti: ha infatti risparmiato 73 milioni di passivo dalle casse della Regione.
Tempo quindi di rimboccarsi per la Giunta Regionale e cercare di risanare il bilancio. Oppure si può sempre azzardare una nuova melodia: “è colpa dell’amministrazione precedente alla precedente amministrazione.” Meglio però che non dicano chi era il presidente del consiglio regionale all’epoca.