Anno nuovo, ADSL vecchio

Nonostante la crisi, le profezie Maya, il ritorno in campo di Berlusconi, le tasse di Monti e la squalifica di Conte siamo arrivati nel 2013. L’anno della rinascita, del miglioramento, del nuovo governo, del ricambio generazionale e di Toto Cutugno a Sanremo; ma ci sono cose che negli anni non cambiano, cose che restano e danno quel senso di sicurezza, di familiarità e di legami con il passato: per i Torinesi è la Mole che svetta dall’alto ad indicare il cielo, per i Milanesi l’albero di Natale in Piazza del Duomo che infonde serenità. Ogni cittadina ha il suo simbolo del passato.

Gli abitanti di Diano d’Alba sono tra i più fortunati: per loro è infatti molto facile sentirsi parte del passato e dei tempi andati, basta accendere il Computer e tentare di connettersi ad Internet.

Per loro fortuna i Dianesi non sono ancora stati intaccati da queste diavolerie moderne quali ADSL, fibra ottica, internet veloce, che tanto male hanno portato agli altri esseri umani costretti ora a leggere notizie, guardare film, ascoltare musica, parlare con persone dall’altra parte del Mondo con un solo click del Mouse.

I Dianesi, soprattutto se fieri abitanti della frazione di Ricca, disprezzano con tutto il cuore questo cosiddetto “progresso” ed è per questo che da anni si battono per tenere lontano qualsivoglia allacciamento veloce ad Internet, nonostante tutti i tentativi meschini da parte di enti locali, politici e aziende.

Già nel lontano 2006 Telecom Italia, tramite un’iniziativa Anti Digital Divide, si era ripromessa di installare una centrale Adsl per Ottobre 2006, ma per fortuna i dirigenti Telecom furono folgorati sulla via di Damasco (o più probabilmente su Corso Cortemilia) e decisero di lasciare in pace i poveri abitanti di Diano.

diano

Nello stesso anno altre iniziative cercarono di portare il nefasto Adsl in quel di Diano: tramite il progetto Include il Comune di Diano d’Alba, l’associazione ADD (Anti Digital Divide), l’ANPCI (Associazione Nazionale Piccoli Comuni Italiani) firmarono una carta d’intenti con l’obbiettivo di portare connettività WiFi nell’attesa di una copertura ADSL tramite cavo.

All’incontro parteciparono anche due politici di spicco della zona quali Alberto Cirio (Forza Italia) e Mariano Rabino (Margherita) che ribadirono l’importanza di un intervento istituzionale per colmare il digital divide. Si parla però di 7 anni fa, certamente  entrambi hanno abbandonato la politica e sono tornati alle loro normali professioni.

Da allora è passato molto tempo, alcuni meschini abitanti di Diano hanno cercato di portare l’Adsl in tutte le frazioni tramite incontri con Telecom, raccolta di firme, richieste alle istituzioni, ma per fortuna nulla è cambiato. Oggi come allora, se si cerca di passare ad una linea Adsl appare un messaggio, che negli anni passati ci ha tenuto compagnia e che resterà con noi ancora per tanto tempo.

coperturaadsl

Addio Rabino addio..

siccome è uscito qualcosa sul Corriere della Sera…ebbene sì sto facendo le valigie dal Pd…non intendo rinnovare l’iscrizione e la prossima settimana rassegnerò le dimissioni da vicesegretario regionale…da mesi non mi riconosco più nel profilo
e nella azione del Partito Democratico…grazie a tutti quelli che hanno lavorato con me…, a quelli che mi hanno sopportato, e in bocca al lupo a chi ancora ci crede!

Con queste parole scritte sabato scorso sulla sua pagina di Facebook l’esponente albese e vicesegretario regionale del Partito Democratico Mariano Rabino lascia ufficialmente il Partito.

Alla notizia sono seguite subito numerose richieste di spiegazioni e di ripensamento: “non sono d’accordo che i migliori se ne vadano, se si deve combattere contro un certo andazzo si può farlo solo rimanendo al proprio posto, se nel partito qualcuno ti ha votato è perchè ha fiducia in te, non mollare per favore”, “Ti esorto anch’io a ripensarci..al di là di ogni divergenza nel merito dell’analisi della situazione attuale del PD…un partito che dobbiamo smettere di guardare dall’alto ( da Roma o Torino) e costruire invece dal basso” “Mi spiace, stai facendo un grosso errore!!!!” sono alcuni dei commenti ricevuti dall'(ex) esponente del PD.

Dall’altra parte vi sono state anche delle voci di consenso con la decisione di Rabino, soprattutto da chi guarda la situazione del partito “dall’esterno”: “Ce ne hai messo a uscire da sto PD…”, “Bravo Mariano. Era ora. Il PD e’ stata per me la più cocente delusione politica: mai una speranza e’ stata stravolta, trasformata e delusa in così poco tempo.”.

Il ricorso al Tar visto a 360 gradi.

Come ormai tutti sapranno durante la notte del 16 Luglio il Tar del Piemonte ha deciso di accogliere due dei quattro ricorsi presentati dopo l’elezione di Roberto Cota a Presidente della Regione. I ricorsi riguardano presunte irregolarità riscontrate in due liste che appoggiavano il centrodestra (“Al centro con Scanderebech” e “Consumatori”) e hanno quindi deciso per il riconteggio delle schede che riportavano voti a favore delle due liste. I voti da ricontrollare sono in tutto 14.980. Fondamentale nel conteggio dei voti validi sarà la presenza o meno della crocetta sul nome di Roberto Cota oltre che quella sul partito, in quanto sinonimo di voto diretto al Presidente.

Entro trenta giorni saranno quindi ricontrollate le schede “incriminate” e sapremo se le schede annullate saranno più di 9.286 (i voti di differenza tra i due candidati alle elezioni): in questo caso si potrebbe andare a nuove elezioni o potrebbe addirittura essere automaticamente venire eletta l’ex Presidente Bresso. Si dovrà però attendere anche la decisione del Consiglio di Stato, a cui si è appellato Cota.

Naturalmente tutti gli esponenti di spicco della politica Regionale e locale ne hanno approfittato per dare la propria opinione in merito alla vicenda: chi soddisfatto della decisione dei giudici, chi meno.

Mariano Rabino, ex consigliere Regionale, ritiene che “La decisione assunta dal Tar del Piemonte conferma la fondatezza dei ricorsi presentati da alcune liste della coalizione di centrosinistra e la sussistenza di gravi irregolarità avvenute nelle scorse elezioni regionali.” e aggiunge “quando a Cota servono i voti li prende anche da delinquenti politici recidivi e accetta l’apparentamento con il ricatto pur di ingrossare le fila della coalizione…quando la cosa fa schifo dice che qualcuno vuole truffare i piemontesi e che lui è la prima delle vittime…” in merito alla candidatura di Michele Giovine, già sotto processo per truffa.

Teresio Delfino, presidente dell’UDC Piemonte, dichiara “Evocare complotti, negare il riconteggio, sostenere trame oscure senza nessun elemento concreto significa solo fare confusione per nascondere la realtà di procedure truffaldine oggi smascherate. Le sentenze o si impugnano nelle sedi competenti o si applicano: tutto il resto è pura polemica per alzare polveroni e nascondere i fatti.

Fabio Di Stefano, consigliere Provinciale IDV, sulla sua pagina Facebook ricorda che “In Molise nel 2000 accadde la stessa cosa …a parti invertite …aveva vinto il centrosinistra…si tornò alle elezioni ….vinse il centrodestra 18 mesi dopo ….“.

Dall’altro schieramento,  il più stizzito per la decisione del Tar è naturalmente il Presidente Cota, che ha caldo ha commentato “Il Piemonte ha bisogno di essere governato, non di perdere tempo o di giocare come fa “qualcuno” che ogni volta tira fuori qualcosa di nuovo invece di fare un’opposizione seria e democratica. I miei legali faranno ricorso al Consiglio di Stato sulla sentenza, e per quanto mi riguarda continuerò a lavorare.” Seguito dal Ministro Calderoli, che ha dichiarato in una nota “A questo punto cambiamo larticolo 1 della Costituzione, che al secondo comma recita che la sovranità appartiene al popolo e non dice invece che appartiene ai Tar, come viceversa si dovrebbe dedurre dopo la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte.

Il nuovo Presidente del gruppo consiliare PdL in Regione, Luca Pedrale ha dichiarato “Abbiamo raccolto le firme dei Consiglieri regionali a supporto della richiesta di un Consiglio straordinario sulla Legge regionale numero 21, ovvero sulla legge che ha introdotto la regola che ha consentito la presentazione delle liste ‘Al centro con Scanderebech’ e ‘Consumatori’, al centro dei ricorsi al Tar.[…] Il Consiglio straordinario sarà l’occasione per spazzare via molte ipocrisie e ricordare che quella legge fu votata dal centrosinistra piemontese.

Infine Fabrizio Biolè, consigliere Regionale del Movimento 5 Stelle, ha commentato “la giustizia faccia il suo corso. Solo mi dispiace per le spese che i Piemontesi in questo periodo si sarebbero volentieri risparmiate.

Insomma, tanti pareri differenti per una situazione tutt’altro che risolta. L’unica cosa certa è che, tra riconteggi, ricorsi e controricorsi, questa vicenda è lungi dal trovare una fine.

Alcune dichiarazioni sono riprese da targatocn.it e cuneocronaca.it