Il fumetto anti-discriminazione

La settimana scorsa il Presidente delle Regione Cota aveva lanciato la proposta di destinare i fondi per l’aiuto agli studenti universitari solo ai residenti in Piemonte. Alla sua dichiarazione avevano fatto eco voci di protesta e di assenso, ma sembrava che la sua fosse soltanto una provocazione che si sarebbe dissolta in pochi giorni. Invece così non è.

I ragazzi del Movimento Giovani Padani, capitanati dall’onorevole Piemontese Davide Cavallotto, hanno cavalcato l’onda della protesta per lanciare una proposta “contro le discriminazioni”. Sembrerebbe una proposta lodevole e condivisibile da tutti, ma se si va nel dettaglio si scopre che le discriminazioni sono degli studenti meridionali a danno dei Piemontesi.

Secondo Cavallotto infatti “Oggi seimila universitari piemontesi non possono usufruire del diritto alla borsa di studio perché le risorse a disposizione devono essere utilizzate per studenti provenienti da altre regioni. È indispensabile che ognuno faccia la sua parte perché il Piemonte non può pagare per tutti”.

I Giovani Padani hanno impugnato le armi (metaforicamente parlando) e Martedì 2 Novembre hanno organizzato una manifestazione davanti all’Università degli studi di Torino dove hanno distribuito migliaia di volantini di “denuncia”. Il volantino raffigura un fumetto in cui i poveri studenti piemontesi non possono accedere alle borse di studio mentre l’orda di ragazzi delle altre regioni (Umbria, Emilia, Puglia, Campania, casualmente non Veneto e Lombardia) fa man bassa di contributi. La spiegazione, alquanto tecnica e contenente dati inconfutabili, termina con una eloquente spiegazione dei criteri di assegnazione delle borse di studio: STUDENTI PIEMONTESI TIE!

Davanti a contante argomentazioni risulta davvero difficoltosa una replica che non scenda a livelli di bassezza morale, ma si può tentare comunque.

Se si va a vedere il bando per il conseguimento delle borse di studio dell’EDISU (L’ente per il diritto allo studio) si nota che i fondi sono erogati in base a diversi criteri: anno di frequenza, condizione economica, requisiti di merito, condizione abitativa.

Il 35% delle borse sono riservate agli studenti che si iscrivono al primo anno nelle università piemontesi. Il restante 65% sarà quindi riservato agli studenti non-piemontesi? No, semplicemente a quelli iscritti ad un anno successivo al primo.

Sarà allora il criterio abitativo a discriminare i Piemontesi? Nemmeno, perché esso diversifica i fondi se lo studente è residente nel comune dell’università, se è pendolare (comune distante al massimo 60 minuti di viaggio dall’università) o fuori sede. Anzi, questa tipologia mette sullo stesso piano uno studente di un’altra regione e uno studente abitante per esempio nelle Langhe, essendo entrambi indicati come “fuori sede” ma con ben diverse difficoltà.

Saranno quindi le condizioni economiche a discriminare i Piemontesi? Ancora no, dato che la situazione economica è determinata dalla dichiarazione ISEE, che è equivalente per tutte le famiglie a livello nazionale. Inoltre l’Ente controlla il 100% delle dichiarazioni, perciò non si può nemmeno pensare di “barare” per ottenere i fondi.

Saranno infine le condizioni di merito? Sarà che i licei “meridionali” sono molto più facili dei nostri licei Piemontesi Doc? Anche stavolta è un no. Le condizioni di merito vengono misurate nell’università e non ai licei di provenienza e le borse sono distribuite in base al rapporto esami passati\voto conseguito.

Sembra quindi che le numerose e supportate argomentazioni del volantino non trovino molti riscontri nel bando delle borse di studio. Attenderemo quindi la prossima uscita di questo avvincente fumetto per sapere come va a finire la storia.

L’idea di Cota: Borse di Studio solo a studenti Piemontesi

“Prima di tutto vengono i piemontesi”. Questo il sunto del pensiero del Presidente della Regione Piemonte, espresso oggi attraverso un video su Youtube.

“Uno studente di un’altra regione viene a studiare in Piemonte, perché non deve essere la sua terra di residenza a finanziare il suo percorso scolastico?” continua Cota, che in 2 minuti e 24 secondi propone un innovativo modo di ripartizione dei fondi per il diritto allo studio universitario: priorità ai piemontesi, gli avanzi ai “forestieri”.

A schierarsi dalla parte di Cota anche l’Assessore Regionale all’istruzione Alberto Cirio: “specie in periodi di grande ristrettezza economica è, infatti, doveroso che ogni Regione si faccia carico, prioritariamente, dei diritti dei propri residenti e il diritto allo studio è uno dei più importanti, perché getta le basi per il futuro dei nostri giovani. Credo, quindi, sia logico che la Regione Piemonte abbia principalmente a cuore il futuro dei residenti piemontesi.

Anche i giovani universitari sembrano essere dalla parte dei due esponenti politici, almeno a sentire il coordinatore nazionale del movimento universitario padano in Piemonte Alessandro Sciretti, fresco di nomina nell’EDISU ad opera del Consiglio Regionale. “Nelle prossime settimane andremo nelle università del Piemonte per spiegare a tutti i giovani che una riforma in questa direzione non danneggerà nessuno ma potrà, semmai, aumentare il numero di studenti che potranno godere delle agevolazioni per merito“.

Per sentire pareri opposti a quelli dei tre sopracitati non si deve far molta strada:basta leggere i commenti al famigerato video che ha scatenato il putiferio. Eccone alcuni: “se uno studente di un’altra regione viene a studiare in Piemonte, è una ricchezza per il Piemonte e un riconoscimento per l’università piemontese! lo capirebbe anche un deficiente! a patto di non avere un’inquadratura ideologica demenziale….” “Purtroppo questo è uno dei tanti difetti di un federalismo alla Lega.Bisognerebbe ricordare che lo stato deve amministrare i soldi dei cittadini per poi ridarli in strutture e benefici x i cittadini,Urlate contro Roma, ma i soldi ve li prendete voi!!!Finchè lo stato italiano è unito, queste preferenze razziste nello stesso stato, sono solo parole senza senso, i diritti sono di tutti i cittadini italiani e gli stranieri che contribuiscono pagando le tasse!!!.” e per ultimo, forse il più conciso ed esatto (che posso confermare per esperienza personale): “chi glielo dice a Cota che il Poli di Torino sarebbe vuoto senza meridionali?“. Probabilmente è difficile che lo sappia, dato che da buon Piemontese Cota ha fatto l’università a Milano. Un forestiero contro i forestieri.

P.S. Fate in fretta a leggere i commenti, vengono “moderati” molto rapidamente.


Le nomine del Consiglio Regionale

La seduta consiliare del 19 Ottobre è stata caratterizzata da un viavai di consiglieri e assessori e da un vociferare continuo che ha costretto il presidente Cattaneo a richiamare l’aula diverse volte. Causa principale di questa agitazione era l’imminente nomina dei vari componenti dei CdA nella Regione.Dovevano essere infatti scelti componenti per l’Agenzia Regionale per i servizi sanitari, per le ATC delle diverse province, per il CSI, l’IRES e infine l’EDISU.

Diversi consiglieri della maggioranza hanno passato la giornata a chi faceva la voce più grossa per inserire i loro discepoli nelle diverse amministrazioni. Alla fine si è giunti ad un accordo che, come vedremo, ha accontentato quasi tutti i “fedelissimi” del PDL.

Presidente dell’ATC (Agenzia Territoriale per la Casa) di Cuneo è stato nominato Marco Butteri, Consigliere Comunale del PDL a Savigliano e pupillo dell’onorevole Enrico Costa, che già ne dava notizia il giorno prima della nomina. Nel CdA vanno anche Mario Cismondi, ex Presidente e designato dall’opposizione e Paolo Spolaore, coordinatore della Lega Nord di Alba (ed ex consigliere comunale dell’UdC).

Nel collegio sindacale, sempre dell’ATC, sono stati nominati: Fabio Aimar, segretario della Lega Nord Cuneo; Marco Caviglioli; Federico Ghiano, designato dal PD; Antonio Mainardi, tesoriere dell’IdV Piemonte; Vittorio Quaglia, già segretario delle Province di Cuneo, Asti, Trieste e Savona e Mariella Scarzello, già nel CdA di Terre del Barolo.

Da sottolineare inoltre altre “curiose” nomine: Luca Angelantoni, portaborse di Ghigo, all’IRES. Giovanni Bernardelli, Leghista del Veneto, nel CSI Piemonte. Michelino Sassoni, già membro del comitato per l’organizzazione dei giochi olimpici, già nel CdA dell’Atm-Alessandria, già revisore dei conti nell’ARESS, già direttore generale del Liceo Scientifico “Galilei” di Alessandria, già revisore dei conti dell’Avis Piemonte.

Curioso anche come nel CdA dell’EDISU i partiti si siano divisi equamente le poltrone senza far torti a nessuno: ci sono ex candidati o comunque militanti della Lega Nord, del PDL, di AN, di Rifondazione Comunista, dell’UDC, del PD. Nemmeno un consigliere “apartitico”.

Tutti felici i membri della maggioranza, meno quelli dell’opposizione che avrebbero voluto qualche presidenza delle AtC mentre queste sono andate tutte a esponenti della Lega o del PdL. C’est la vie, sarà per la prossima infornata di poltrone.