Per aprire gli occhi sulle vicende che interessano il Moscato

Lettera spedita a tutti i produttori di Moscato d’Asti per informarli sulle ultime vicende.

Il decreto legislativo n. 61 del 9.4.2010 all’art. 7 punto 3 lettera a) dice a proposito dei Consorzi di tutela :

Il riconoscimento è attribuito se il consorzio sia rappresentativo di almeno il 35% dei viticoltori e di almeno il 51% della poduzione certificata dei vigneti iscritti allo schedario viticolo della relativa Denominazione di Origine o Ig riferita agli ultimi due anni.

Al punto 4 dello stesso decreto viene chiarito:

Il consorzio riconosciuto per poter applicare la regola “erga omnes” (nei confronti anche dei non associati) deve avere almento il 40% dei viticoltori e di almeno il 66% della produzione certificata di competenza dei vigneti dichiarati a Denominazione di Origine o IG.

In parole povere se il Consorzio dell’Asti ha circa 2200 produttori di uva moscato con il 66% del prodotto può decidere anche per i non associati.

Negli anni passati la ditta Fontanafredda è uscita dal consorzio, nel 2009 sono uscite le ditte Gancia e Martini & Rossi unitamente alla Cantina sociale Vallebelbo di Santo Setfano Belbo , nel 2010 si sono tirate fuori la Cantina sociale di Cossano Belbo, la Produttori Moscato d’Asti Associati e tanti piccoli produttori, tra gli altri i Vignaioli di Santo Stefano Belbo, Paolo Saracco di Castiglione Tinella presidente di Moscatellum, Michele Chiarlo di Calamandrana, La Spinetta di Castagnole Lanze, Giovanni Satragno di Loazzolo, Roberto Sarotto di Neviglie, Dante Rivetti di Neive….

Tutto questo è stato oggetto di discussione nell’assemblea generale del CTM che si è svolta a Santo Stefano Belbo lunedì 17.gennaio.

In tale occasione sono state fatte alcune richieste:

1- Si è chiesto ai fuoriusciti di convocare una conferenza stampa nella quale vengano spiegati i motivi per i quali hanno lasciato il Consorzio.

2- Si è chiesto al Consorzio di convocare delle riunioni nelle quali vengano spiegati i diritti e i doveri degli associati.

3- Si è chiesto all’Assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte se non sia opportuno che a presiedere il consorzio debba essere una personalità al di sopra delle parti.

La risposta è immediatamente arrivata.

Lunedì 31 gennaio 2010 alle ore 18 presso il Salone del Centro Sociale di Santo Stefano Belbo, i fuoriusciti dal Consorzio alla presenza dell’Assessore Regionale Claudio Sacchetto spiegheranno le loro ragioni e nel contempo si discuterà delle nuove adesioni al Consorzio firmate dai produttori presso le ditte alle quali conferiscono le uve.

giovanni bosco



Botte piena e moglie ubriaca

Da uno studio della Coldiretti, in riferimento al rapporto “Ecosistema a rischio 2010” di
Legambiente e Protezione civile, emerge che l’Italia frana anche perchè il 25% delle
campagne negli ultimi 40 anni sono state abbandonate.
Perchè le campagne sono state abbandonate? Per un semplice motivo, perchè i contadini
non avevano più un reddito sufficiente.

In questi giorni registriamo nel campo del moscato una discussione, che per molti è
fuori luogo, per altri è controproducente, per altri ancora è ridicola.
Noi del Ctm riteniamo invece che sia molto importante.

Meglio la quantità o la qualità? noi non vogliamo prendere posizione in quanto crediamo
che debbano essere i diretti interessati, ovvevo i contadini a decidere per il proprio futuro.

Intendiamo solamente fare alcune riflessioni.
L’argomento del contendere sarebbe la moscatomania che sta investendo tutto il mondo.
Si stanno registrando incrementi, per il Moscato, a due cifre che superano il 30%.
I mercati sono invasi da moscati che provengono da ogni parte del mondo. Ma a che
prezzi vengono venduti? Siamo certi che andando dietro alla concorrezza aumentando le
rese per ettaro i prezzi delle uve moscato non scendono?
La concorrenza vende le bottiglie a non più di un euro e mezzo.
Vendendo ad un euro e mezzo a bottiglia non si può pagare l’uva più di 75 cent.
al chilo (attualmente è a 96 centesimi con un reddito ad ettaro sui 10 mila euro).
Aumentando le rese a 120 q.li per ettaro e diminuendo il prezzo il reddito per ettaro
non varia di molto (aumenterebbe solo il lavoro)

Ma che fine farebbero i vigneti dei sorì dove la produzione in media non supera i 100 q.li
per ettaro. Il loro reddito diminuirebbe di molto.
Siamo sicuri che i contadini continuerebbero a spaccarsi la schiena?
Vendere i diritti oggi rende bene, oltre 30 mila euro ad ettaro e… averne!
Bisogna però estirapare i vigneti alla faccia dell’Unesco.
Senza più le radici delle vigne frane a iosa.

Un grosso problema che deve investire non solamente i diretti interessati, ma anche e
soprattutto i sindaci del territorio( anche per questo nel 1999 noi dei cobas ci battemmo
per la nascita dell’Associazione dei Comuni del Moscato).

Noi del CTM non possiamo fare molto, siamo solamente un movimento d’opinione e come
tali confidiamo nella saggezza dei diretti interessati, ovviamente interessando dell’argomento
Legambiente e Protezione civile e ricordando a tutti la saggezza dei nostri vecchi:
“Non si può avere la botta piena e la moglie ubriaca”
Buon Moscato d’Asti.
giovanni bosco
presidente CTM

In attesa dell’ 8 dicembre con la presentazione del nuovo Moscato d’Asti..

Sono arrivati alla sede del Cepam da ogni parte dei 53 Comuni della zona i lavori
scolastici sul moscato d’asti e sull’asti spumante per la manifestazione dell’8
dicembre che si terrà presso il centro sociale di Santo Stefano Belbo.

Oltre 500 ragazzi delle scuole materne, elementari e medie hanno creduto nel
progetto ideato e voluto dal Cepam del prof. Luigi Gatti che da quest’anno si è
avvalso della collaborazione dei tre settori del CTM- Coordinamento terre del Moscato.

Il primo gruppo denominato “Maestri di tradizioni” coordinato dall’avvocato nicese
Giovanna Balestrino si è assunto il compito di andare nelle scuole a parlare di tradizioni
e a spiegare la storia del moscato.

Mercoledì pomeriggio entreranno in funzione i restanti due gruppi. Gli “Ambasciatori del
Moscato” diretti dalla santostefanese Marinella Barbero avranno il compito di far de=
gustare il nuovo Moscato d’Asti che il settore dei “Promotori del territorio” coordinato
da Gianluca Balbo ha provveduto a raccogliere presso i tanti piccoli produttori di
Moscato d’Asti.

Oltre cinquanta sono i produttori di Moscato d’Asti che hanno accettato di presentare
al pubblico il nuovo Moscato d’Asti vendemmia 2010, ma anche molte aziende vinicole
hanno voluto essere presenti a questa manifestazione che tutti gli anni riceve sempre
più consensi:Abbazia di San Gaudenzio, F.lli Santero, Cantine Capetta, Ariano & Ariano,
Martini e Rossi. Inoltre hanno dato la loro adesione facendo pervenire al Cepam i loro
prodotti gran parte delle Cantine sociali del territorio.

L’8 dicembre : una giornata all’insegna della cultura con i lavori scolastici, ma anche
del’economia con la presentazione del nuovo Moscato d’Asti e dell’Asti Spumante.

E tanto per iniziare alle ore 10 l’attesissimo dibattito su “Il moscato d’Asti e l’Asti
Spumante: ieri, oggi e domani?….”

Giovanni Bosco
presidente CTM