Tagli estivi a Bra

Dal sedici di luglio, come in altre città della Granda, anche a Bra le luci dell’illuminazione pubblica rimarranno spente in alcune zone. Lo ha annunciato il sindaco, Bruna Sibille, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta martedì sei luglio in municipio e nel corso della quale sono stati annunciati i riflessi sul bilancio comunale della manovra finanziaria estiva del governo.

Si vuole dare un segnale che se si continuerà su questa strada, con un federalismo per asfissia, saranno molti i servizi che i comuni dovranno sospendere” – ha dichiarato ancora la prima cittadina, che ha aggiunto: “Se vogliamo rispettare il patto di stabilità, secondo regole che sono state cambiate in corso d’anno, saremo costretti a ridurre gli investimenti per circa un milione di euro. Non è giustificabile che la manovra pesi prevalentemente sugli enti locali, costringendo il nostro comune a tagliare del dodici per cento le spese, mentre i ministeri dovranno effettuare tagli nell’ordine di 1,3 punti percentuali”.

La manovra governativa ricade per il cinquantanove per cento su regioni, province e comuni, con molte storture” – ha proseguito poi l’assessore alle finanze Giovanni Fogliato: “Una di queste è rappresentata dalla necessità di un taglio di circa due milioni e mezzo di euro delle spese per rispettare le nuove regole del patto, mettendo a rischio alcuni servizi a domanda individuale, ma già con la sicurezza di avere circa 750.000 euro di riduzione nei trasferimenti anche se rispetteremo gli impegni del patto. Cifra che finirebbero per salire se non rispetteremo le nuove previsioni, visto che la penalizzazione per i comuni è rappresentata da una riduzione di trasferimenti per un pari importo rispetto allo sfondamento del patto. Tutto ciò nonostante Bra sia e continui ad essere un comune virtuoso sotto il profilo delle sue finanze”.

Per gli alluvionati e contro la finanziaria.

La manovra finanziaria 2010, sulla quale si è discusso in lungo e in largo, propone una seria di tagli e adeguamenti per far fronte alla crisi economica e al rischio di crollo dell’Italia come avvenuto poco tempo fa per la Grecia. Tra i vari modi con cui il governo cerca di recuperare liquidità vi è un articolo (art. 12 comma 12) in cui si eliminano i benefici fiscali per gli alluvionati piemontesi del 1994.

Una legge del 2007 aveva disposto che le aziende alluvionate potessero beneficiare di agevolazioni fiscali per gli anni 1994, 1995, 1996, 1997: potevano regolarizzare la loro posizione contributiva e tributaria corrispondendo il 10% di quanto dovuto.  La Corte di Cassazione aveva poi stabilito che anche le aziende alluvionate che già avevano provveduto al pagamento delle imposte valeva l’agevolazione; per cui esse potevano richiedere la restituzione  del 90% del totale pagato.

Ora con la finanziaria la sentenza della Corte di Cassazione sarebbe vanificata, rendendo impossibile la restituzione delle imposte.

La protesta riguardo questo articolo è stata bipartisan: il 4 Giugno in Consiglio Regionale è stato presentato un ordine del giorno a firma dei consiglieri Molinari e Carossa (Lega Nord) che chiede la soppressione dell’articolo. Ai due consiglieri si sono aggiunte le proteste di esponenti del Partito Democratico, dell’Italia dei Valori e del Popolo della Libertà, tra cui il cuneese Francesco Toselli.

L’ordine del giorno è stato approvato e la giunta Regionale si è impegnata per agire nelle opportune sedi affinchè venga soppresso il comma incriminato.