Il ricorso al Tar visto a 360 gradi.

Come ormai tutti sapranno durante la notte del 16 Luglio il Tar del Piemonte ha deciso di accogliere due dei quattro ricorsi presentati dopo l’elezione di Roberto Cota a Presidente della Regione. I ricorsi riguardano presunte irregolarità riscontrate in due liste che appoggiavano il centrodestra (“Al centro con Scanderebech” e “Consumatori”) e hanno quindi deciso per il riconteggio delle schede che riportavano voti a favore delle due liste. I voti da ricontrollare sono in tutto 14.980. Fondamentale nel conteggio dei voti validi sarà la presenza o meno della crocetta sul nome di Roberto Cota oltre che quella sul partito, in quanto sinonimo di voto diretto al Presidente.

Entro trenta giorni saranno quindi ricontrollate le schede “incriminate” e sapremo se le schede annullate saranno più di 9.286 (i voti di differenza tra i due candidati alle elezioni): in questo caso si potrebbe andare a nuove elezioni o potrebbe addirittura essere automaticamente venire eletta l’ex Presidente Bresso. Si dovrà però attendere anche la decisione del Consiglio di Stato, a cui si è appellato Cota.

Naturalmente tutti gli esponenti di spicco della politica Regionale e locale ne hanno approfittato per dare la propria opinione in merito alla vicenda: chi soddisfatto della decisione dei giudici, chi meno.

Mariano Rabino, ex consigliere Regionale, ritiene che “La decisione assunta dal Tar del Piemonte conferma la fondatezza dei ricorsi presentati da alcune liste della coalizione di centrosinistra e la sussistenza di gravi irregolarità avvenute nelle scorse elezioni regionali.” e aggiunge “quando a Cota servono i voti li prende anche da delinquenti politici recidivi e accetta l’apparentamento con il ricatto pur di ingrossare le fila della coalizione…quando la cosa fa schifo dice che qualcuno vuole truffare i piemontesi e che lui è la prima delle vittime…” in merito alla candidatura di Michele Giovine, già sotto processo per truffa.

Teresio Delfino, presidente dell’UDC Piemonte, dichiara “Evocare complotti, negare il riconteggio, sostenere trame oscure senza nessun elemento concreto significa solo fare confusione per nascondere la realtà di procedure truffaldine oggi smascherate. Le sentenze o si impugnano nelle sedi competenti o si applicano: tutto il resto è pura polemica per alzare polveroni e nascondere i fatti.

Fabio Di Stefano, consigliere Provinciale IDV, sulla sua pagina Facebook ricorda che “In Molise nel 2000 accadde la stessa cosa …a parti invertite …aveva vinto il centrosinistra…si tornò alle elezioni ….vinse il centrodestra 18 mesi dopo ….“.

Dall’altro schieramento,  il più stizzito per la decisione del Tar è naturalmente il Presidente Cota, che ha caldo ha commentato “Il Piemonte ha bisogno di essere governato, non di perdere tempo o di giocare come fa “qualcuno” che ogni volta tira fuori qualcosa di nuovo invece di fare un’opposizione seria e democratica. I miei legali faranno ricorso al Consiglio di Stato sulla sentenza, e per quanto mi riguarda continuerò a lavorare.” Seguito dal Ministro Calderoli, che ha dichiarato in una nota “A questo punto cambiamo larticolo 1 della Costituzione, che al secondo comma recita che la sovranità appartiene al popolo e non dice invece che appartiene ai Tar, come viceversa si dovrebbe dedurre dopo la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte.

Il nuovo Presidente del gruppo consiliare PdL in Regione, Luca Pedrale ha dichiarato “Abbiamo raccolto le firme dei Consiglieri regionali a supporto della richiesta di un Consiglio straordinario sulla Legge regionale numero 21, ovvero sulla legge che ha introdotto la regola che ha consentito la presentazione delle liste ‘Al centro con Scanderebech’ e ‘Consumatori’, al centro dei ricorsi al Tar.[…] Il Consiglio straordinario sarà l’occasione per spazzare via molte ipocrisie e ricordare che quella legge fu votata dal centrosinistra piemontese.

Infine Fabrizio Biolè, consigliere Regionale del Movimento 5 Stelle, ha commentato “la giustizia faccia il suo corso. Solo mi dispiace per le spese che i Piemontesi in questo periodo si sarebbero volentieri risparmiate.

Insomma, tanti pareri differenti per una situazione tutt’altro che risolta. L’unica cosa certa è che, tra riconteggi, ricorsi e controricorsi, questa vicenda è lungi dal trovare una fine.

Alcune dichiarazioni sono riprese da targatocn.it e cuneocronaca.it

Quanti soldi buttati nei cessi..

Proprio in queste ore si sta svolgendo a Torino una fiaccolata “in difesa del voto” promossa dal Presidente della Regione Roberto Cota.
Ma l’ex onorevole da poco dimessosi non è l’unico esponente della Lega Nord a mobilitarsi e a far sentire la propria voce.

Sabato 26 Giugno il Ministro Roberto Calderoli è intervenuto alla festa organizzata dalla Lega a Roccaforte Mondovì. L’esponente del governo ha arringato la folla estasiata e compiaciuta, parlando del prossimo pronunciamente del Tar in merito al ricorso presentato da Mercedes Bresso, continuando con la politica e la nazionale di calcio e soffermandosi poi sulla sua personale lotta agli sprechi. Proprio parlando degli sperperi nelle Regioni Calderoli ha ricordato come tempo fa rimase basito quando scoprì che nel bilancio della Regione Lazio 750 mila euro erano destinati alla cura dei gabinetti.

Oggi, lunedì 28 Giugno, nel consiglio Provinciale di Cuneo si è discusso dei tagli che la manovra finanziaria apporterà alle province. I consiglieri Delfino (UdC) e Taricco (PD) hanno protestato contro le decisioni prese dalla Giunta provinciale per sopperire alla mancanza dei fondi, risultando poco incisive e con gravi ripercussioni sugli enti pubblici. La Presidente della Provincia Gianna Gancia ha prontamente risposto che “Speriamo che le realtà virtuose vengano, in futuro, premiate con il federalismo perché spendere 50 euro al mese per la manutenzione di ogni asse del gabinetto nel Lazio è troppo“. Probabilmente in quel momento saranno fischiate le orecchie al Ministro Calderoli.

Tralasciando il fatto che se entrambi i politici hanno detto il vero significa che la sede della regione Lazio ha qualcosa come 250 gabinetti, la battaglia che gli esponenti della Lega Nord vuole intraprendere contro gli sprechi sembra molto decisa. Si vuole limitare gli sperperi di denaro partendo proprio da quelli più eclatanti: non le auto blu, non la pensione anticipata dei parlamentari, non l’evasione fiscale, bensì i gabinetti della Regione Lazio. Quelli si che sono soldi buttati nel cesso.