L’asinel brusch

La domanda che mi sono posto alla firma dell’accordo sul moscato vendemmia 2010 è stata “di uva moscato ci si può ubriacare?” la risposta  è stata “si, di uva moscato ci si può ubriacare”.E’ successo una prima volta nel 1982, prezzo dell’uva a 16.000 lire il miriagrammo (bastava un ettaro di vigneto per acquistare un motocoltivatore). l’anno dopo il prezzo crollava a 6.000 lire il miriagrammo a seguire stoccaggio e poi distillazione. Quattordici anni dopo e siamo nel 1996 le rese furono portate a 110 q.li per ettaro, a seguire stoccaggio e poi distillazione. 2010, sono passati esattamente quattordici anni, rese a 105 q.li per ettaro, non c’è il due senza il tre? Chissà, ora spetta all’industria passare dalle parole ai fatti e vendere dai 10 ai 15 milioni di bottiglie di Asti e/o Moscato d’asti in più del 2009 (83 milioni di bottiglie nel 2009). Ce la farà? Una cosa è certa alla smorfia napoletana il quattordici vuol dire “l’ubriaco”.
Secondo il mio modesto parere, suffragato da trentaquattro anni di esperienza, trentun’anni di accordi interprofessionali hanno dato certamente un benessere alla zona, ma hanno fatto anche si che la gente delle vigne non si ponga più interrogativi, ma sia completamente nelle mani dell’industria.
Siamo diventati tutti come quei fagiani di allevamento che appena liberati vanno a cena con…la volpe.L’unica consolazione che i fagiani non hanno mai…pagato il conto.
Buon Moscato d’Asti
Giovanni Bosco
presidente CTM Coordinamento Terre del Moscato

Siglato l’accordo sul Moscato

Dopo settimane di trattative, nella serata di ieri è stato siglato l’accordo sul Moscato da parte della Commissione Paritetica, composta da una parte industriale e da una parte agricola con la mediazione dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura.

Partendo da posizioni molto lontane, le due componenti hanno trovato un punto di incontro durante la riunione di ieri, andata avanti per oltre 10 ore.

L’accordo prevede per il 2010 una resa di 105 quintali per ettaro (95 nel 2009), con un compenso di 97,2 € al quintale (contro i 96,5 € del 2009) .

Viene introdotto un sistema nuovo per la determinazione delle rese negli anni successivi, che prevede un range di giacenze compreso tra i 200mila ed i 240mila ettolitri al 31 agosto di ogni anno, con resa di 100 quintali all’ettaro con una giacenza all’interno della forchetta indicata, minore di 100 quintali con giacenza superiore ai 240mila ettolitri, e maggiore di 100 quintali con giacenza inferiore ai 200mila ettolitri.

Per il biennio 2011-2012 è previsto un compenso di 98 € al quintale.

Nell’accordo è inoltre prevista per il 2010 la possibilità da parte della componente agricola di trattenere 70 centesimi al quintale sul prezzo pagato dalle industrie per politiche promozionali e per il funzionamento delle proprie strutture. Per gli anni successivi, l’entità della trattenuta è ancora da definire in seno alla parte agricola.

Comprensibile la soddisfazione dell’Assessore Regionale all’Agricoltura Claudio Sacchetto, che commenta così la firma dell’accordo: “Dopo mesi di trattative e dopo diverse rotture, il tavolo di ieri ha finalmente partorito un accordo che ritengo rappresenti un giusto compromesso fra le parti.

Quest’anno gli agricoltori percepiranno circa 1.000 Euro in più all’ettaro rispetto al 2009, un dato in forte controtendenza rispetto agli altri vitigni.

Con l’introduzione della modulazione delle rese rispetto alle giacenze al 31 agosto di ogni anno, si ridurrà fortemente il rischio di speculazioni e di crollo del reddito degli agricoltori.

Inoltre, la parte agricola ha richiesto ed ottenuto di potersi autogestire tramite un fondo, che a discrezione di ciascuno potrà essere incassato dagli agricoltori o utilizzato per il funzionamento delle strutture.

Desidero ringraziare i componenti della Commissione Paritetica per la responsabilità dimostrata, che ha permesso di raggiungere un punto d’incontro nell’interesse dell’intero comparto. Questa mia prima esperienza di mediazione mi ha arricchito molto soprattutto dal punto di vista umano, facendomi comprendere come le divergenze profonde debbano essere intelligentemente limate per il bene delle parti, senza però snaturare le proprie posizioni”.

Cirio porta il Moscato nelle scuole.

E’ stata inaugurata ieri sera a Torino la decima edizione del Moscato Wine Festival, kermesse organizzata dall’associazione Go Wine con il patrocinio della Regione Piemonte e della città di Torino.

Molte le autorità presenti al taglio del nastro: Paolo Ricagno, presidente del consorzio per la tutela dell’Asti; Giovanni Satragno, presidente dei Produttori Moscato d’Asti Associati e l’Assessore Regionale  Alberto Cirio.

Proprio Cirio si è soffermato a lungo durante la presentazione sull’importanza del vino nella nostra società. L’Assessore ha sottolineato che occorre dare esatte nozioni sul consumo del vino: troppo spesso il vino è associato all’alcool e demonizzato quando in realtà è un prodotto importante per il turismo e per la nostra cultura. Cirio, parlando poi in veste di Assessore all’istruzione, ha detto di voler intraprendere un percorso di educazione nelle scuole. Non è giusto infatti trattare il vino come semplice bevanda alcolica, tralasciando gli effetti benefici e il fatto che solo il 2% degli incidenti sulle strade è causato dal consumo di alcool.

Finalmente buone notizie per gli studenti: basta studiare storia, geografia, matematica. E’ giunta l’ora di studiare qualcosa che davvero serve ai giovani: l’arte di bere il vino. Perché il vino non è semplice alcool: il vino è compagnia, cordialità, è ciò che caratterizza le nostre terre e fa si che i Marchesi di Barolo si possano chiamare così. Altrimenti sarebbero semplici venditori di succhi di frutta.

Il vino fa bene: è infatti scientificamente provato (o almeno provano a provarlo) che il consumo di vino aiuta il sistema cardiocircolatorio, le articolazioni e possiede effetti “calmanti”. Questo però solo se si consuma una quantità massima di 20 grammi al giorno (poco più di un bicchiere), per i maschi sani in piena forma, quantità che scende per donne e anziani. Un eccesso di consumo di vino può provocare danni al fegato, al sistema nervoso e inoltre è concausa della comparsa di diversi tumori.

Il vino non è causa di incidenti: è vero che, stando agli ultimi dati ISTAT, su 218.963 incidenti sulle strade in un anno 5.010 sono causati da ebrezza da alcool (circa il 2%). Questo perché la maggior parte degli incidenti è dovuto al mancato rispetto delle norme stradali: sorpassi, mancata precedenza, eccesso di velocità. Se però andiamo a vedere gli incidenti causati da altri fattori, vediamo che su 8.697 incidenti dovuti ad alterazione dello stato psico-fisico del conducente ben 5.620 sono per ebrezza da alcol: circa il 65%. Se vogliamo un controesempio, gli incidenti causati per assunzione di stupefacenti sono 958, cinque volte meno di quelli causati dall’alcool. Indovinate quale delle due cose è illegale?

Fortunatamente tra poco tempo l’Assessore Cirio porterà a conoscere agli studenti (almeno ai pochi che ancora non lo conoscono) il simpatico Moscato, per far capire loro che non è un nemico, non uccide nessuno anzi è un buon amico che aiuta e fa tanto bene, ha persino proprietà calmanti. Certo, da calmante a scambiare un pedone per un elefantino rosa il passo è breve, ma questo è meglio tralasciarlo. Meglio non intaccare i valori della ruralità.